I vetrini di un caleidoscopio, con forme, colori e confini diversi, si combinano in immagini ogni volta nuove, ogni volta differenti, ogni volta “belle”: si muovono e apparentemente vagano all’interno di uno spazio che è abitato da numerosi altri vetrini con i quali cercano vicinanze, anche se non sempre intenzionalmente. E nel loro vagare sembrano scomposti, sembrano caotici, ma poi, all’improvviso, si fermano: hanno trovato un equilibrio che rimanda di loro una condivisione o forse solo una consapevolezza di appartenenza che permette però a noi di partecipare a questo spettacolo e di godere di questi riflessi di luce. Ed è un attimo, perché basta la vibrazione di un respiro per rimettere in movimento tutti questi vetrini e ricominciare la ricerca di un nuovo quadro da ammirare.

All'interno di questa metafora, ci poniamo come promotori di un cambiamento sociale che si ridefinisce continuamente: i vetrini sono le persone che abitano nelle nostre comunità, sono i problemi che ascoltiamo tutti i giorni, sono le risorse che sostengono le azioni.

Noi siamo parte di questo sistema perché attraverso il nostro impegno (quella lieve oscillazione della mano, quella tenue vibrazione del respiro), cerchiamo di attivare processi, movimenti di persone e di problemi che producono visioni e sentimenti di benessere, generano competenze di reciprocità.

Kaleidoscopio vuole contribuire allo sviluppo di comunità competenti e responsabili che si prendono cura di sé e al miglioramento della qualità della vita degli individui e dei gruppi, principalmente i più deboli e gli esclusi, attraverso la progettazione e la produzione di servizi educativi, assistenziali, promozionali, sia tradizionali che innovativi.